domenica 2 maggio 2010

Bene, è iniziata l’avventura dopo l’immancabile saluto all’aereoporto con la famiglia bagnato da due lacrimucce. Il viaggio in aereo fino a Dubai è stato piacevole e senza particolari turbolenze. L’aereo era pulito e fortunatamente avevo scelto un posto laterale cosi’ da poter allungare le gambe. Arrivato a Dubai sono rimasto stupito dalla grandezza dal lusso e dalla moltitudine di persone che affollavano il terminal. Gente di tutti i tipi, di tutte le razze. Una delle cose che mi ha colpito maggiormente all’aereoporto è stata la bellezza di alcune donne in abito locale oltre all’eleganza che viene proferita dal tradizionale abito bianco indossato dagli sceicchi, o almeno credo fossero sceicchi. Nel terminal di Dubai ho trascorso 5 ore circa. Accusavo un pochino la stanchezza del volo e del primo cambio di fuso orario. Alle ore 9:30 mi sono imbarcato dal gate 204 per il volo Dubai-Sydney. L’aereo, chiamarlo aereo è riduttivo, è un gigantesco 330 nuovissimo, immenso, a due piani, una città volante. Raggiunto il mio posto, scopro che sono nella fila centrale, da 4 posti, al centro e che forse non riusciro’ a stare comodo. Sbagliavo…il posto accanto a me è rimasto vuoto e quindi sono rimasto abbastanza comodo. Il viaggio è stato perfetto, nessuna turbolenza, i pasti buoni e le hostess gentlissime olrte che molto belle. L’unica cosa che non ho gradito era il bagno…..praticamente ci si doveva incastrare dentro . Prima di scendere dall’aereo, hanno consegnato a tutti i passeggeri un modulo da compilare obbligatoriamente, dove inserire tutti i dati personali, passaporto, tempo di permanenza in Australia, alloggio e citta’ nela quale si stara’. Sbarcato all’aereoporto, mi rendo subito conto che stò per entrare in una terra dove le cose funzionano: pieno di sorveglianza e di personale che dirige i minimi spostamenti delle persone. Ritirate le valigie, mi sono avviato verso le uscite per prendere il taxi e per raggiungere finalmente il mio alloggio provvisorio. Subito una conferma della civiltà di questo paese; per prendere i taxi infatti c’è una fila chilometrica, ordinata, che deve seguire un percorso obbligatorio a serpentina, sotto la stretta sorveglianza dal personale dell’aereoporto. I furbetti che hanno provato a superare la fila, sono stati bloccati e fatti tornare in fila, all’ultimo posto per intenderci. Arrivato il mio turno, salgo sul taxi e da questo momento ragazzi, inizia la prima grande avventura…..meglio disavventura che mi è costata un bel po di nervoso ed un semi attacco di panico. Una volta arrivato all’indirizzo della casa dove avrei dovuto trovare una casalinga ad attendermi, bene, non cera nesuno. Improvvisamente mi sono trovato solo, dall’altra parte del mondo!!! Ah, dimenticavo, per non bastare appena ho provato ad effettuare una chiamata a casa per avvisare di stare tranquilli, ho scoperto che il mio telefono non mi permette di chiamare………su questo stendo un velo pietoso che è meglio. Il “taxi driver” prova a chiamare al telefono la signora (preferisco non chiamarla come vorrei) ma indovinate un po…..naturalmente non risponde nessuno e si inserisce la segreteria. PANICO!!! Il taxi driver mi consiglia di andare alla polizia, tranquillizzandomi con una frase che credo accompagnera’ il mio intero soggiorno in Australia…don’t worry…non preoccuparti. Arrivati al distretto di polizia, il tassista mi saluta e mi ritranquillizza dicendomi di stare calmo perché sono un bravo ragazzo e si vede . Aggiunge anche che in Australia nessuno riesce a farla franca . Al distretto spiego l’accaduto ad un ragazzo giovane e gentile, si chiama Jennings. Durante la mia spiegazione siamo anche riusciti a farci un paio di risate perché certe volte non capivo cosa mi stesse dicendo ……… Dopo un ora circa, non riuscendo a contattare nessuno dell’agenzia che mi ha aiutato a preparare il viaggio (è domenica e l’agenzia è chiusa), decido di andare in un albergo per una notte, possibilmente vicino alla scuola dove dovro’ iniziare il corso il giorno dopo. Il poliziotto, il grande Jennings, mi ha cercato l’albergo ed ha chiamato un taxi. Arrivato all’albergo mi sono sistemato in camera dove sono stato assalito per qualche istante dal panico: solo, in culo alla luna, senza sapere cosa fare. Dopo qualche minuto in cui stavo pensando di rientrare in patria, visto l’inizio, sono ritornato in me, mi sono rilassato con una doccia ed ho deciso di uscire a farmi un giro in citta’……………….

1 commento:

  1. Che ridere Lorenzo :)
    Mi spiace che la tua esperienza Australiana non sia partita con il piede giusto ma d'altro canto, che avventura sarebbe stata senza emozionanti imprevisti? (^_^)

    Sei riuscito a far funzionare il telefono?
    Appenaq puoi fai delle foto che sono curioso.
    P.s:
    Occhio ai coccodrilli
    http://www.youtube.com/watch?v=9xVwIuB-Xm4

    Ciao
    Luigi » LuVi Weblog
    La mente è come un paracadute, funziona solo se si apre

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